Descrizione
Questo romanzo di Christian Bobin, dalla trama alla forma, è una fantasmagoria, un miracolo letterario. Pagine oniriche che, fingendo di raccontare la quotidianità banale di una giovane colf di nome Ariane, parlano di innocenza, astuzia, gelosia, tristezza, orgoglio, amore folle, domani senza speranza e illuminazioni senza ritorno.
Come indica il titolo del romanzo, tutti sono occupati a cercare di appendere ghirlande all’infinita sarabanda di giorni cupi, al tocco di bacchetta magica di Bobin, l’incantatore, maestro dell’illusione, prodigio della metafora e re di un meraviglioso genere romanzesco.
Capace di toccare il cuore delle anime semplici come degli eruditi, la sua scrittura luminosa è un baluardo contro il disincanto, ma anche contro l’irresistibile proliferazione del pensiero unico. Ci parla di voci singolari, di pensieri che vanno controcorrente, di volti che ci fanno vivere, di quei sorrisi che sono «le imprese più belle del mondo».
• Una lettura sognante e realistica, leggera e profonda, sugli affetti e legami del vivere.
• Pagine intense per rileggere letterariamente l’esperienza dell’amore, del matrimonio, della maternità e della paternità, delle relazioni familiari e amicali.
• Per scoprire lo straordinario che si cela dietro l’ordinario dei giorni.
• Un’occasione per scoprire un altro volto della scrittura di Bobin: non solo la saggistica per aforismi e testi brevi, ma un racconto, una storia, abitato da una piccola comunità di vividi personaggi.