Descrizione
traduzione di Emanuele Borsotti
Testo originale a fronte
Quando Christian Bobin parla della sua città natale, fa esplodere tutti i concetti di appartenenza, di radici e persino d’identità.
Disegna le sue strade, le sue case preferite, il cielo che rotola sopra di lui e contrae il tutto nel disegno di una foglia autunnale o nella minuscola cattedrale di un fiocco di neve. Colui che era ritenuto immobile, più sedentario di un albero, in realtà si rivela un abitante di tutti i mondi, un vagabondo di tutti i cieli.
Il libro in una frase
“La città in cui siamo nati è il luogo del cuore e l’atto della nostra nascita è un inizio mai finito”.
Destinatari: amanti della prosa poetica di Christian Bobin, appassionati di spiritualità e letteratura, formatori, educatori, insegnanti, giovani.
(1951-2022), un poeta che ha studiato filosofia, è vissuto a Le Creusot, in Borgogna, in una casa immersa nel folto di un bosco, dove si è dedicato interamente alla scrittura. Vincitore di alcuni premi come il Grand Prix Catholique de Litterature 1993 e il Prix Des Deux-Magots 1993, il Prix de l’Academie Française 2016, ha costruito per quasi mezzo secolo un corpus poetico che sfugge a qualsiasi classificazione, reinventando con originalità le forme della poesia e della prosa letteraria.
La scrittura di Bobin è concentrata: a volte consiste in brevi appunti presi dal vivo come sul taccuino di un pittore, a volte in dense visioni poetiche che scavano in profondità nella psiche umana, affrontando temi universali come l’amore, l’assenza, la bellezza, la musica, la natura.